mercoledì 23 gennaio 2008

Aldo Sicurella - Rappresentante Teatri Stabili della Sardegna nel Comitato Regionale per le attività di spettacolo

Rubo parole alla presentazione di questo convegno sottolineando l’incertezza che domina lo spettacolo e la cultura in Sardegna. La notizia comunicata appena cinque minuti fa dell’assassinio ad Orgosolo del Poeta Peppino Marotto mi ha raggelato il sangue e mi suscita rabbia.
Un’efficace politica culturale potrebbe cambiare qualcosa ?
Il mio lavoro rivolto prevalentemente all’infanzia e alla Gioventù se lo pone come obbiettivo primario.
Tornando a noi…. Dopo tanti anni di dibattiti e dialoghi non proprio pacifici, credo che ancora oggi molti di noi siano qui per paura di perdere qualche fantomatico treno di privilegi. Io spero che questa non sia l’ennesima occasione persa.
Sono qui per parlare di stabilità e quindi comincio chiarendo i due aspetti fondamentali che la caratterizzano: l’importanza economica dell’azienda teatro e il servizio sul territorio.
In Sardegna esistono 4 teatri stabili: 3 Stabili d’Innovazione (Botte e Cilindro a Sassari, Akroama a Cagliari, il Teatro Instabile a Paulilatino) e lo Stabile Privato del Teatro di Sardegna a Cagliari. L’azienda del Teatro Stabile ha degli obblighi molto consistenti, 4000-4500 giornate contributive, un organico amministrativo, organizzativo, tecnico ed artistico stabile e la gestione diretta di un teatro che sia punto di riferimento culturale per il territorio nel quale esso agisce; per quanto riguarda quest’ultimo aspetto le caratteristiche ottimali sarebbero: di avere un rapporto ed il sostegno costante degli enti locali, il riferimento ai giovani ed al mondo della scuola e l’opportunità di formazione per allievi attori nonchè l’acquisizione di maggiori professionalità per i giovani operatori dello spettacolo e non da ultimo l’ opportunità di lavoro.
La progettazione artistica costante nel tempo ed allargata alle varie forme di spettacolo (prosa, danza, musica, lirica e quant’altro) è a mio avviso un altro aspetto molto importante della stabilità. Nel nostro teatro , il teatro Grazia Deledda di Paulilatino, lo scorso anno, grazie alla politica di decentramento per il 2007 della Fondazione Teatro Lirico di Cagliari si è potuto programmare la “Traviata” per due serate. La fame d’opera è talmente forte che la prevendita di quasi 1000 biglietti si è conclusa nel giro di poche ore.
Esempio questo, di come si possa veicolare un pubblico numeroso in un teatro “decentrato” ma di servizio sul territorio perché conosciuto e costantemente propositivo.
La nostra attività istituzionale che è quella rivolta alle giovani generazioni coinvolge costantemente le scuole del territorio e non passa mattina che pullman pieni di studenti arrivino nella piazza antistante il teatro. Per loro siamo una “stabilità” e le stagioni di “Teatro Ragazzi” un appuntamento annuale irrinunciabile. Cosi come penso che sia “Time in Jazz” per il territorio e per l’intera regione e mi dispiace di aver conosciuto solo oggi Paolo Fresu che con il suo amore per il Jazz ha saputo catalizzare l’interesse di molti verso il festival di Berchidda ed altre iniziattive rendendoli famosi ed “internazionali”.
In conclusione io auspico che, come ha detto Fresu in relazione iniziale, questa giornata sia pietra miliare di un progetto comune per lo spettacolo e la cultura in Sardegna.
L’assessore Mongiu ci ha invitato, e di questo le sono molto grato, a creare proposte concrete per l’applicazione della legge regionale sullo spettacolo.
Auspico quindi che, con i miei colleghi del comitato, si possa realmente, con l’appoggio e il sostegno dei singoli settori dello spettacolo, essere costruttivi.
Nel 1978, quando giovane teatrante dei gruppi di base, (quelli per intenderci i cui attori rotolano per le strade e che saltano sui trampoli), organizzai il primo Festival Nazionale dei gruppi di Base a Dongo (CO) paese noto per l’assassinio di Mussolini. Portai ai miei colleghi l’esempio dei metalmeccanici che, grazie alla loro unione a livello nazionale, ottennero grandi benefici: lo statuto dei lavoratori per esempio, ma anche quella di Dongo fu, per noi teatranti, un’occasione persa. Vorrei fare una preghiera a tutto il comparto.
Dimentichiamo per un attimo il “nostro privato” e creiamo un movimento unitario che, in sinergia, lavori all’applicazione della legge che può segnare il futuro delle nostre aziende.
Una ventina di anni fa, al seguito di una riunione tenutasi al Teatro Grazia Deledda di Paulilatino, tutto il mondo dello spettacolo sardo si diede appuntamento al Teatro Civico di Sassari con l’obbiettivo di agire unitariamente per ottenere garanzie che, nell’assenza totale di leggi ed ordinamenti, rendeva aleatorie.
Una mattina di lavoro, proprio come oggi: interventi, discussioni e poi, alla presenza anche di un funzionario della Banca di Sassari e, se non ricordo male, di alcuni funzionari regionali, decidemmo di sottoscrivere una petizione comune da inviare all’Assessore Regionale.
Quel foglio per le firme cominciò a girare per la platea del Civico….all’uscita del teatro ci chiedemmo chi dovesse consegnare il documento sottoscritto, ma quel documento non esisteva più…qualcuno lo aveva fatto sparire e ormai quasi tutti gli operatori dello spettacolo erano andati via.
Da quel giorno ad oggi, io personalmente ho partecipato almeno ad una quindicina di questi incontri. Una volta vennero persino da Roma, dall’AGIS Nazionale nel tentativo di aiutarci per la nascita di un’effettiva unione nel settore, ma anche in quel caso non si è concluso nulla.
Ecco perché parlo di SINERGIA VERA e di COMPARTO che deve smettere di essere accattone.

I soldi sono pochi è vero, ma se venissero usati meglio? Comunque che si cominci a parlare di progetti comuni; progetti che ci porteranno benefici dai quale potremmo avere finalmente certezze.
Grazie

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