martedì 29 gennaio 2008

MAB Associazione Teatrale. Proposte per la Regione Sardegna

La MAB ASSOCIAZIONE TEATRALE ringrazia per la possibilità data di poter esporre le proprie considerazioni, le proprie proposte sulla base di alcune riflessioni.
Tali riflessioni non hanno come obbiettivo la polemica, si tratta di riflessioni a partire dalle quali, si spera, si possa agire in funzione di un bene, di una crescita comune, più in generale, della Sardegna. Nessun dito puntato contro nessuno,nessuna accusa, solo descrizioni di una situazione che non permette la crescita e lo sviluppo per i giovani nel settore teatrale; esistevano condizioni storiche e contesti che hanno generato lo stato attuale delle cose, ora i tempi sono cambiati e ci si dovrebbe evolvere.
Spessissimo le compagnie non consolidate non riescono a crescere o a concretizzare lodevoli progetti (che si basano su una ricerca di mercato, su un’analisi del fabbisogno”culturale” del territorio, ecc.) poiché non hanno a disposizione risorse che gli consentano di fornirsi ad esempio, di strutture fisiche adeguate all’interno delle quali programmare e calendarizzare le attività o poiché non possono far fronte alle spese che il reclutamento delle risorse umane necessarie richiederebbe.
L’imprenditoria giovanile relativa al settore teatrale, più in generale dello spettacolo, spessissimo non ha possibilità di creare reale e duratura occupazione poiché non dispone di risorse economiche da investire per avviare o implementare la propria attività, e creare “occupazione” reale. Spessissimo il capitale di questi giovani è il loro tempo e la loro mancata remunerazione, poiché le risorse economiche introitate vengono impiegate per portare avanti le attività, va da sé che un lavoro che non consente la propria sussistenza senza un capitale iniziale reale, per sviluppare progetti e azioni sul territorio, implode. Non esistono finanziamenti facilmente accessibili/individuabili come per le altre categorie... Come ogni impresa, questa dello spettacolo, ha diritto di essere finanziata, ha diritto di offrire opportunità ai giovani che vogliono investire in questo settore. Oggi accade che i finanziamenti vengono distribuiti a chi in teoria ne ha davvero meno bisogno. Il finanziamento regionale deve servire come base di investimento per lanciare l’imprenditoria teatrale, non per nutrirla costantemente in toto. E’ evidente che una parte dei fondi vada distribuita e assegnata per supportare importanti iniziative e manifestazioni culturali, per supportare appunto,e non per consentire che queste di fatto si realizzino a partire solo dal contributo. Le compagnie consolidate dovrebbero riuscire a produrre un capitale per camminare in buona parte con le proprie gambe, in autonomia. I soldi risparmiati in questo senso possono essere utilizzati, con criterio, per finanziare i giovani operanti nel settore spettacolo.
Molto spesso capita che usufruiscano di finanziamenti importanti compagnie consolidate sia in misura variabile, a volte consistente, da persone occupate stabilmente in altri settori. Quando ciò accade, tutta la linea delle programmazioni o attività è condizionata dal fatto che la prima fonte di sostentamento per i componenti delle compagnie non provenga dal teatro ecc., ma dagli altri impieghi. Molto spesso ciò fa venire meno l’urgenza di produrre e rinnovare l’offerta di spettacolo, rendendo la produzione delle attività non competitiva, talvolta obsoleta e di scarso spessore culturale, poco capace di “reinventarsi”, suggerendo delle azioni che non mirino alla sopravvivenza autonoma delle compagnie che così, spesso si affidano solo ai finanziamenti regionali o statali per sussistere. Le risorse economiche per finanziare queste compagnie sono,sottratte, per così dire, a coloro che del teatro fanno la loro unica occupazione e in tal senso operano. Sarebbe bene che una parte di questi fondi venisse invece destinata per incentivare e promuovere i giovani professionisti, o più in generale coloro che solo ed esclusivamente si occupano di spettacolo e dallo spettacolo traggano il proprio sostentamento economico.
E’ quindi necessario che esistano dei parametri oggettivi di valutazione, sulla base di un progetto, che tengano conto in primis che esse siano costituite da professionisti del settore spettacolo, che il lavoro da cui traggono sostentamento sia lo spettacolo e non altre occupazioni. E’ necessario che questi soggetti abbiano la precedenza su coloro i quali mettono il teatro al “secondo posto”.

La MAB Ass.ne Teatrale propone di
Su presentazione di un progetto, avente come obiettivo quello di agire sul lungo periodo nel territorio per promuovere l’occupazione e l’azione sociale attraverso le attività di spettacolo, predisporre dei finanziamenti per sviluppare l’imprenditoria teatrale giovanile, maggiormente rappresentata dalle compagnie non consolidate. Tali finanziamenti andrebbero controllati, ossia gli investimenti effettuati dalle compagnie per le quali venisse predisposto il finanziamento dovrebbero essere rigorosamente monitorati per verificare l’effettiva corrispondenza fra progettualità e tipo di investimento. Le compagnie non consolidate devono dimostrare almeno 3 anni fiscali.
Questi alcuni parametri da noi individuati:
· formazione professionale dei membri delle compagnie non consolidate; valutazione dei curricula delle stesse.
· originalità dei progetti proposti, spessore e la valenza culturale di ciò che si intende proporre.
· fattibilità dei progetti proposti rispetto alle risorse che si intendono impiegare (minima spesa massima resa)
· qualità delle azioni presentate per educare il pubblico alla fruizione degli spettacoli dal vivo, con particolare attenzione verso i giovani.
· capacità/volontà di creare collaborazioni, , di creare sinergie, coinvolgimento delle maestranze locali, enti, privati, e risorse del territorio in generale.
· capacità di coinvolgere altre realtà operanti nel settore spettacolo locali, nazionali, internazionali.
· capacità di reperire fondi alternativi ai finanziamenti pubblici
· capacità di intervento e promozione del territorio
Altre proposte:
· Ridurre la soglia di accesso alla ex-56 da cinque a tre anni fiscali. L’attribuzione del finanziamento si baserà sulle attività svolte e dimostrabili in tale arco di tempo.
· Elezioni da parte degli operatori di settore dei membri del Comitato dello Spettacolo.
· Escludere come criterio di assegnazione dei fondi il bilancio e il numero di giornate lavorative come attualmente previsto: occorre un ribaltamento di prospettiva i fondi devono incentivare i giovani operanti nel teatro a creare occupazione, le compagnie consolidate, di fatto non dovrebbero sussistere in funzione dei finanziamenti.

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